Export arredamento e illuminazione: nel 2021 +20,9%

Il macrosistema arredamento e illuminazione pesa per quasi tre quarti delle vendite estere totali della filiera L-A, e sul fronte esportazioni cresce del +20,9% sul 2020, superando i livelli del 2019 con una variazione del +9,4%. Tutti i mercati principali sono caratterizzati da netti incrementi, e nel periodo che va da gennaio a novembre 2021, la Francia si conferma la prima destinazione. Con un +25,1% sul 2020, e un fatturato alla produzione di 2 miliardi di euro nel 2021, la Francia è uno sbocco commerciale che rimane promettente, dove il contract, nonostante fatichi a tornare alla normalità, trova uno dei principali hub mondiali. Sono alcuni dati resi noti da FederlegnoArredo in occasione della presentazione della 60esima edizione del Salone del Mobile (dal 7 al 12 giugno 2022 a Milano).

Dopo la Francia, Stati Uniti e Germania completano il podio 

Al secondo posto dei mercati di destinazione, gli Stati Uniti (+42,8% sul 2020, fatturato alla produzione 1 miliardo e 356 milioni di euro nel 2021), con andamenti particolarmente dinamici per i comparti camere da letto, imbottiti, materassi, complementi d’arredo, mobili e accessori bagno e illuminazione. Seguono Germania (+15,3% sul 2020), che registra andamenti positivi nelle esportazioni dei comparti area living e termo arredi, Regno Unito (+25,5% sul 2020) Svizzera (+18% sul 2020) e Cina (+28,9% sul 2020), in marcata crescita per i comparti vasche da bagno e chiusure doccia, imbottiti, camere da letto, pavimenti. La Russia passa invece dal +14,9 sul 2020 al -5,9 sul 2019.

I sistemi più dinamici: arredamento e arredobagno

Tra i sistemi più dinamici, l’arredamento (+15,6% sul 2019) e l’arredobagno (+10,1% sul 2019), entrambi con un andamento positivo sia per le vendite Italia sia per quelle estere. In linea con il sistema arredamento anche il comparto cucine (+12,2% sul 2019) che recupera sul 2020 e supera i livelli pre-pandemia, beneficiando più di altri delle condizioni positive sul mercato interno.
Parziale recupero anche per i comparti legati al non residenziale (uffici, arredamenti commerciali, hospitality) sebbene ancora sia lontano il ritorno alla normalità. 

Una crescita determinata anche dall’effetto-prezzo

Anche nel 2021 si confermano meno dinamici i comparti più connessi con il mondo contract rispetto a quelli legati alla casa. Se l’andamento del sistema ufficio rispetto al 2020 è positivo (+20,0% il fatturato alla produzione), non sono tuttavia ancora recuperati i valori registrati nel 2019 (-4%) prima del periodo pandemico. A causa dell’export ancora rallentato, il sistema illuminazione si mantiene al di sotto dei livelli 2019. Bene invece le vendite sul mercato italiano, che tornano ai livelli pre-pandemia (+2,8%). A determinare l’entità della crescita del 2021 contribuisce anche l’effetto-prezzo. Per fronteggiare i maggiori costi di materie prime ed energia le imprese hanno dovuto ricorrere a un aumento dei listini, spesso affiancato alla riduzione della marginalità, e in misura minore, anche al ricorso all’autoproduzione energetica.

Space Economy, un volano per l’economia italiana 

Nel mercato della Space Economy crescono i ricavi e i satelliti in orbita, anche per quanto riguarda l’Italia. A dirlo è l’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, che ha analizzato lo stato dell’arte del comparto spaziale a livello globale e in relazione al nostro Paese. Qualche numero di questo comparto, di cui si parla poco ma che ha un peso rilevante nell’economia mondiale: nel 2021 sono stati 11,5 miliardi i dollari investiti per lo spazio dall’Unione Europea, secondo budget al mondo dopo gli USA. L’Italia è il sesto paese nel mondo per spese spaziali in relazione al PIL. Miniaturizzazione dei satelliti, riduzione dei costi di lancio e regolamentazioni meno stringenti hanno spinto la nascita di startup che nel 2021 hanno raccolto 12,3 miliardi di euro di finanziamenti.

Un mercato che oggi vale 371 miliardi di dollari

A fronte di questi investimenti, si stima che il mercato della Space Economy valga oggi 371 miliardi di dollari di ricavi a livello globale, di cui il 73% riconducibile all’industria satellitare (che include servizi satellitari di telecomunicazione, navigazione ed osservazione della Terra, prodotti per l’equipaggiamento a Terra come sensori, antenne o GPS). Complessivamente, le stime 2021 di crescita sono rimaste costanti rispetto all’anno precedente (il cui valore era stimato a 366 miliardi di dollari). Ma la Space Economy cresce anche in termini di satelliti in orbita. Nel 2021 se ne contano in totale 4838, con un aumento in particolare dei piccoli satelliti (sotto i 600 kg): solo nel 2020 ne sono stati lanciati il 40% (pari a 1202 satelliti) di quelli lanciati negli ultimi 10 anni. La massa totale dei satelliti orbitanti è di circa 564 tonnellate, in un trend di aumento costante che porta con sé certamente grandi opportunità, ma anche il rischio di inquinamento dello spazio e di collisioni involontarie tra carichi operativi e detriti spaziali.

Gli investimenti nel mondo

Gli investimenti in Space Economy sono già significativi in tutto il mondo. Per i programmi spaziali si stima una somma dei budget governativi a livello globale tra 86,9 miliardi e 100,7 miliardi di dollari. Per entità di spesa, nell’anno fiscale 2021, appena dopo gli Stati Uniti (ampiamente al primo posto nel mondo con gli 43,01 miliardi di dollari), viene l’Europa con 11,48 miliardi di dollari, seguita da Cina, Russia, Giappone e India: grazie a Copernicus, EGNOS e Galileo, l’UE possiede sistemi spaziali di livello mondiale, con più di 30 satelliti in orbita (e l’intenzione di raddoppiarli nei prossimi 10-15 anni) e una previsione di spesa di 14,8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, la somma più alta mai stanziata prima. Ben 88 paesi nel mondo investono in programmi spaziali, 14 dei quali hanno capacità di lancio; l’Italia è tra i 9 dotati di un’agenzia spaziale con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Analizzando gli investimenti dei singoli paesi in relazione al PIL (0,06% nel 2019), il nostro paese si colloca al sesto posto al mondo, dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania, e al terzo in Europa. Con 589,9 milioni di euro, l’Italia è il terzo contribuente all’European Space Agency nel 2021, dopo Francia (1065,8 milioni) e Germania (968,6).
Ma sono significativi anche gli investimenti privati nelle startup della Space Economy. Nel 2021, si stimano complessivamente 12,3 miliardi di euro di finanziamenti a livello globale, una cifra rilevante con un sempre maggiore coinvolgimento del mercato azionario: ben 606 imprese nel 2021 si sono quotate tramite il meccanismo di SPAC (Special Purpose Acquisition Company), contro una sola nel 2020.

Black Friday 2021, la tecnologia di consumo non rallenta la sua corsa

Nella settimana del Black Friday 2021, dal 22 al 28 novembre, il mercato italiano del tech di consumo ha registrato un risultato a valore positivo del 6% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Secondo le rilevazioni effettuate da GfK sul Panel Weekly le vendite dei Technical Consumer Goods mostrano un trend positivo le categorie più importanti del mercato, tra cui TV, PC, Smartphone, Tablet, Frigoriferi, Lavatrici, Aspirapolvere, e Stampanti. Nelle settimane precedenti il Black Friday l’anticipo delle promozioni non ha frenato la crescita dei mercati della Tecnologia, che segna un incremento nelle vendite del +116%. 

Molti retailer ed e-tailer hanno giocato d’anticipo

Per questo perimetro di prodotti durante la settimana del Black Friday 2021 è stato generato un controvalore pari a 492 milioni di euro. Come avvenuto negli ultimi anni, molti retailer ed e-tailer hanno giocato d’anticipo, e le promozioni sono iniziate fin dall’inizio di novembre, con importanti campagne pubblicitarie a sostegno.
Questo ha portato a un trend positivo anche nelle settimane precedenti a quella del Black Friday. Ma è la domanda di Tecnologia a sostenere la performance della settimana più importante dell’anno. Rispetto al valore della settimana media riferita all’ultimo anno, la settimana del Black Friday 2021 ha fatto registrare un incremento delle vendite del +116%.

Performance migliori, fatturato, e crescite più rilevanti

I comparti che hanno ottenuto la migliore performance sono il Grande Elettrodomestico (+16%), seguito dall’Informatica e Ufficio (+5%), dall’Elettronica di Consumo (+4%), e dal Piccolo Elettrodomestico (+4%). I prodotti più importanti in termini di fatturato si confermano gli Smartphone (124 milioni di euro), le TV (107 milioni) spinti anche dal Bonus Rottamazione legato allo Switch-off, e i PC Portatili (53 milioni). Le categorie che hanno mostrato le crescite più rilevanti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono i Condizionatori (+44%), i Core Wearables (+41%), le Asciugatrici (+32%) e Sistemi Audio (+23%), trainati dagli Assistenti Vocali.

Le vendite online hanno contribuito per il 32,7%

Anche l’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday è tornato a crescere rispetto agli ultimi anni, arrivando al 46% dei volumi venduti con un taglio prezzo di almeno il 15%. Ma si conferma anche l’approccio omnichannel degli italiani, già adottato dall’inizio dello scorso anno, che ha contribuito alla crescita del canale online (+1%), e ancor più del canale tradizionale (+9%). Di fatto, per la settimana del Black Friday le vendite online contribuiscono al 32,7% del fatturato di tutte le vendite di prodotti Tech. Sarà quindi importante continuare a monitorare la crescita dei prodotti tecnologici anche per gli acquisti di Natale, alla luce dei fenomeni di ‘shortage’ che stanno influenzando i mercati, e alle difficoltà nel reperimento delle materie prime da parte dei produttori.

Il Phygital è la nuova prospettiva dello shopping

Durante la pandemia i consumatori hanno sofferto la mancanza dell’aspetto più sociale dello shopping, ma allo stesso tempo il canale digitale è riuscito a fare fronte ai loro bisogni, portando novità e servizi ormai irrinunciabili. Gli italiani hanno quindi rivisto il proprio rapporto con lo shopping, e guardano sempre più al phygital, l’esperienza di acquisto ibrida che coniuga le modalità tradizionali dell’offline con le novità portate dall’online e dal digitale. Quanto al futuro, ci sono ampi margini di miglioramento, soprattutto se le esperienze phygital sapranno diventare sempre più emozionanti. È quanto emerge da ‘Phygital Shopping Experience: opportunità per i retailers per incrementare loyalty e sales’, la ricerca in ambito retail di BVA Doxa in collaborazione con Salesforce sulle esperienze di acquisto phygital.

Oltre tre italiani su quattro hanno fatto acquistati con modalità ibrida

Molti, infatti, sono gli esempi in cui canale fisico e digitale sono andati intersecandosi, come, ad esempio, con la prenotazione o l’acquisto del prodotto online e il successivo ritiro in negozio o la consegna a casa. In diversi casi, inoltre, sono stati i negozianti stessi, non presenti online, a trovare soluzioni e proporre servizi che permettessero di interagire con il proprio negozio, mantenendo il contatto con la propria clientela. Queste, così come la possibilità di prenotare il proprio posto in coda o l’aumento dei sistemi di pagamento digitali e contactless, sono state accolte positivamente, tanto da desiderare che vengano mantenute anche in prospettiva. Nell’ultimo anno oltre tre italiani su quattro (74%) hanno fatto acquisti con modalità phygital. In particolare, per l’abbigliamento (28%), l’elettronica (24%) e il comparto del beauty (21%).

Store fisici, supermercati e negozi di abbigliamento i più ‘omnicanale’

Tra gli store fisici, i supermercati e i negozi di abbigliamento sono le categorie dove con maggiore frequenza si adottano le modalità phygital. Ma se in tanti settori il phygital si sta ritagliando uno spazio sempre più importante, allo stato attuale i percorsi per rendere ottimale l’esperienza del cliente vanno ancora perfezionati. Deve infatti ancora concretizzarsi una reale omnicanalità tra offline e online, dal momento che ancora il 22% di chi visita il negozio compra online altrove, magari attratto da offerte più convenienti trovate in rete.

Affiancare assistenti virtuali al personale di vendita “reale”

In questo processo di ibridazione, i consumatori italiani si dividono sull’affiancamento di assistenti virtuali al personale di vendita ‘reale’. Il personale di vendita reale è centrale a patto però che costituisca un valore aggiunto soprattutto in termini di competenza. È comunque consistente (52%) la quota di chi vede positivamente l’affiancamento di assistenti virtuali, e a essere più favorevoli sono soprattutto i giovani uomini, mentre decisamente meno le donne. In ogni caso, se gli strumenti digital permettessero al personale di vendita di identificare i clienti e conoscerne le preferenze, i consumatori italiani si direbbero felici, soprattutto perché potrebbero ottenere consigli su prodotti e servizi specifici (48%). Tuttavia, resta ancora centrale il nodo della privacy: il 59% è preoccupato per la salvaguardia dei propri dati sensibili.

Il futuro digitale aumenta il gap di genere?

Il nostro presente e il nostro futuro sono sempre più digitali, ma dobbiamo garantire che le donne e le ragazze occupino la loro giusta quota nel settore tecnologico e siano incoraggiate a contribuire alla sua crescita. Uno dei maggiori problemi che frenano l’uguaglianza di genere però è la segregazione nell’istruzione e nel lavoro, ovvero una concentrazione di donne o uomini in determinate materie o lavori. L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, lo European Institute for Gender equality è un programma specifico della Comunità Europea istituito per promuovere la parità e combattere le discriminazioni di genere. Nel suo Index annuale ratifica progressi e arretramenti del gender gap, e rileva come ci sia ancora molta strada da fare sotto molti aspetti, in particolare nel mondo digitale. 

Dal 2010 aumenta la segregazione professionale

Nonostante le iniziative speciali per incoraggiare le donne a studiare scienze, ingegneria o ICT, la segregazione è effettivamente aumentata dal 2010. Nell’UE, solo due lavori su dieci nel settore ICT , le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sono occupati da donne. Al contrario, nel settore dell’assistenza mancano gli uomini, che costituiscono solo il 15% dei lavoratori in infermieristica, ostetricia e cura della persona nei servizi sanitari. L’Indice dell’istituto per la gender equality di quest’anno si concentra in particolare sugli effetti della digitalizzazione sulla vita lavorativa di donne e uomini. Le donne corrono un rischio maggiore di essere sostituite nel loro lavoro da robot e sono sotto rappresentate nello sviluppo di Intelligenza artificiale, start-up digitali e prodotti ad alta tecnologia come astronavi, fibre ottiche, laser e microchip.

L’espansione del lavoro online riproduce le tradizionali disuguaglianze

Se le donne non virano decisamente verso le discipline Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), quelle più in linea con l’imponente sviluppo del digitale, il gap di genere rischia di essere ancora più drammatico. L’espansione del lavoro organizzato attraverso piattaforme online, avverte l’istituto europeo, sta riproducendo le tradizionali disuguaglianze di genere, come il divario retributivo e la segregazione. Ad esempio, gli uomini hanno maggiori probabilità di lavorare nello sviluppo di software o nella consegna di cibo, mentre le donne lavorano di più nella traduzione online o nei servizi domestici.

Stem, un settore caratterizzato da un forte gender gap

In Italia solo il 18.9% delle laureate ha scelto discipline Stem, e nonostante le ragazze si laureino in corso e in media con voti più alti dei compagni, una volta entrate nel mondo del lavoro non ottengono gli stessi risultati, in termini di occupazione e di retribuzione.
D’altronde, le discipline Stem sviluppano competenze molto richieste dal mercato del lavoro: si stima che nei prossimi 10 anni le occupazioni in questo campo cresceranno due volte più velocemente rispetto alle altre occupazioni e garantiranno maggiori possibilità di carriera e di guadagno. Nonostante questo, si tratta di un settore caratterizzato da un forte gender gap.

TikTok batte Facebook ed è l’app più scaricata

A maggio TikTok è l’app “non di giochi” più scaricata in tutto il mondo, sia su Play Store di Google sia sull’Apple Store. Il social cinese, di proprietà della società ByteDance, batte quindi Instagram e Facebook, e di fatto nel mese di maggio 2021 è arrivata a 80 milioni di nuove installazioni. Soprattutto dai brasiliani, quelli che l’hanno scaricata di più (16%), e dai cinesi (12%), dove però il suo nome è Douyin. Lo ha rivelato SensorTower nella sua consueta classifica mensile. Il tool di App Store Optimization di SensorTower ha evidenziato infatti come l’app cinese abbia guadagnato la prima posizione anche nel segmento Android, scavalcando Facebook e rimanendo in testa anche nei mesi di marzo e aprile.

Le installazioni aumentano del 35%, ma non anno su anno

Sempre nel mese di maggio, secondo gli analisti di SensorTower le installazioni di TikTok sono aumentate del 35% rispetto al mese precedente. Tuttavia, considerando il numero di installazioni anno su anno, i download dell’app sono diminuiti del 29%, e quest’anno non hanno quindi raggiunto il record di 112 milioni di download del maggio 2020. In ogni caso, resta l’app più scaricata nella top 10 di Sensor Tower, che la vede seguire nelle prime cinque posizioni Facebook, Instagram, WhatsApp, e Messenger.

Sull’Apple Store YouTube al secondo posto, su Play Store Facebook

Tornando alla classifica di Sensor Tower, sull’Apple Store, dietro a TikTok, in seconda posizione si piazzano YouTube, Instagram, e CapCut, mentre WhatsApp e Facebook sono rispettivamente al quinto e al sesto posto. La classifica prosegue con Zoom, al settimo posto, Messenger, Google Maps, e al decimo posto, Gmail. Su Play Store, invece, la prima posizione della top 10 non cambia, e c’è ancora TikTok, ma stavolta seguita sul podio da Facebook e Instagram. Subito dopo, al quarto posto si trova WhatsApp, seguita da Snapchat, Messenger, Zoom, Josh, l’app per video brevi molto popolare in India, quindi Telegram, e ultima ToonApp.

Bandita in India e minacciata da Trump

Ma per l’app non sono tutte rose e fiori. Nel giugno del 2020, infatti, TikTok è stata bandita in India, il suo principale mercato estero, e durante l’estate ha dovuto affrontare una sorta di contraccolpo politico negli Stati Uniti, quando l’allora presidente Donald Trump ha minacciato di vietare l’app a meno che ByteDance non avesse ceduto le sue attività americane, con Oracle e Walmart in prima fila per acquistarle. L’attuale amministrazione statunitense Biden, riporta Ansa, però ha sospeso l’azione legale contro TikTok, anche se la politica americana particolarmente prudente nei confronti delle app cinesi non è ancora terminata.

Pasta, successo mondiale: dopo i lockdown la crescita è inarrestabile

 lockdown ci hanno fatto riscoprire i piaceri della cucina e della buona tavola, facendoci apprezzare più che mai la pasta: un successo planetario che ha trasformato questa icona italiana in un piatto ormai completamente globale. In base alle previsioni firmate da Statista, infatti, nel 2021 il maggior mercato mondiale sarà la Cina che, da sola, vale quasi 25 miliardi di dollari. Significativi anche i dati mondiali: in media, il consumo pro capite all’anno è di 7,7 kg di pasta,a fronte di una spesa di 16,3 dollari. 

I record del 2020 

Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo i dati di Unione Italiana Food il 2020 è stato un anno d’oro sia per quanto riguarda i consumi nazionali, sia per l’export.  In Italia l’anno scorso si sono vendute oltre 50 milioni di confezioni in più, con punte di circa il +40% a marzo e +10% tra ottobre e novembre; le esportazioni sono cresciute del 16%, superando i 3,1 miliardi di euro. Con un incremento record del 40%, gli Stati Uniti sono diventati i maggiori consumatori mondiali di pasta italiana, superando la Francia (+4,3%) e la Germania (+16%). Ottimi i risultati in arrivo anche dalla Gran Bretagna (+19%), nonostante la Brexit.

Previsioni in crescita per i prossimi 4 anni

La passione per la pasta non sembra una moda passeggera. I dati di Statista prevedono infatti che, dopo aver sfiorato i 123 miliardi di dollari nel 2021 (122.925 milioni per la precisione), a livello globale le vendite di pasta continueranno a crescere del 2,35% l’anno nei prossimi quattro anni. 

Un “insolito” successo

Più tempo trascorso in cucina e a tavola uguale più voglia di cimentarsi con nuovi formati e nuove ricette. I lockdown del 2020 hanno aumentato la propensione all’acquisto di prodotti particolari, con cui gratificarsi e divertirsi, cucinando qualcosa di nuovo. Sì, siamo diventati tutti un po’ chef, a caccia di sperimentazioni, innovazioni e abbinamenti mai osati prima. Tra i successi dell’ultimo periodo c’è sicuramente la pasta fresca surgelata, alternativa molto più pratica rispetto alla versione “home made” ed estremamente simile alla produzione artigianale per aspetto, consistenza e sapore. Oltre al successo della pasta, il 2020 ha consacrato anche quello degli gnocchi, spaziando dalla ricetta classica a base di patate per arrivare a quelli ripieni. Pure in questo caso, è stato l’insolito a conquistare  consumatori, che in più si sono rivelati particolarmente attenti al packaging, dimostrando di preferire le confezioni e gli imballi riciclabili e comunque sostenibili.  

Una nuova generazione di manager, i Nativi Covid-19

È nata una nuova generazione di manager, che si potrebbe definire come Nativi Covid-19. Se l’emergenza sanitaria globale ha sicuramente generato incertezze e grandi difficoltà al contempo ha creato nuove opportunità per i professionisti disposti a cambiare ruolo o lavoro, acquisendo responsabilità manageriali all’interno della stessa azienda.
“I manager ‘Nativi Covid-19’ si trovano a lavorare in uffici completamente smaterializzati, con persone che non hanno mai incontrato dal vivo – afferma Francesca Contardi, managing director di EasyHunters, società di ricerca e selezione tramite Digital Operating Process – ed è per questo che, insieme alle competenze tecniche, diventa indispensabile saper leggere le emozioni proprie e altrui, saper anticipare i cambiamenti, sempre più repentini, ed essere estremamente flessibili”.

L’intelligenza emotiva

Ma quali sono le competenze dei manager Nativi Covid-19?  “La situazione che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e che, purtroppo, viviamo ancora è certamente complicata – continua Contardi -, anche a livello professionale, e obbliga i manager a compiere un grande sforzo per risolvere tutti i problemi legati al remote working e alla gestione dei team a distanza”. È importante quindi acquisire intelligenza emotiva. I manager Nativi Covid-19 si sono trovati a gestire una situazione lavorativa nuova, in una nuova azienda o in un nuovo ruolo, in un momento estremamente complicato che nessuno aveva immaginato. Appare evidente, quindi, quanto sia importante comprendere le emozioni proprie e altrui per evitare che il clima diventi troppo pesante e che, a lungo andare, comprometta il successo e lo sviluppo del business.

Gestire i team a distanza

Un’altra competenza richiesta ai manager Nativi Covid è la capacità di gestire a distanza le risorse umane. Saper gestire le persone a distanza, magari mai incontrate dal vivo, richiede un approccio completamente diverso per farsi conoscere e per conoscere i singoli componenti del team. Quando le informazioni viaggiano soltanto online è indispensabile che le comunicazioni siano puntuali, chiare e precise affinché tutti possano lavorare nella giusta direzione per raggiungere gli obiettivi.

La capacità di anticipare gli eventi diventa cruciale

Muoversi in un contesto in continua evoluzione e ricco di incertezze come quello segnato dall’emergenza Covid-19 richiede necessariamente grande flessibilità per reagire in modo repentino ai cambiamenti. E i manager Nativi Covid-19, riporta Adnkkronos, sono flessibili per definizione. Ma poiché il Coronavirus è ancora presente in tutto il mondo, i manager Nativi Covid-19 hanno dovuto fare i conti con questo scenario dal “giorno zero”. La capacità di anticipare gli eventi diventa cruciale, quindi, per creare una struttura capace di reagire alle avversità. Se informarsi e confrontarsi è sempre stato importante, ora è indispensabile.

Mercato touchless, un comparto in crescita esponenziale

La pandemia e la conseguenza necessità di mettere in atto tutte le misure necessarie alla sicurezza sanitaria ha fatto sì che il mercato delle tecnologie touchless registrasse un’importante accelerazione. Stando alle stime degli analisti, infatti, il comparto dovrebbe in soli 5 anni triplicare il proprio fatturato. Un report Piplsay ha intervistato 30.173 americani e 6.090 britannici per valutare la penetrazione delle tecnologie touchless e ha evidenziato come il 51% degli americani e il 44% dei britannici abbiano espresso la loro preferenza per questo tipo di tecnologie in tempo di pandemia. Un dato doppiato dall’82% per cento degli americani e dal 71% dei britannici che si aspetta una continuità nello sviluppo e nell’utilizzo di queste tecnologie.

Non solo metodi di pagamento

D’altronde la tecnologie touchless era già ampiamente utilizzata per i sistemi di pagamento a distanza, ben prima dell’emergenza sanitaria, ma ora sta registrando un vero e proprio boom che cambierà il senso stesso di molte abitudini. Secondo Markets and Markets  questo mercato, per quanto riguarda il riconoscimento dei movimenti, dovrebbe raggiungere i 32,3 miliardi di dollari nel 2025 da 9,8 miliardi di dollari nel 2020, mentre per quello che concerne il rilevamento senza contatto raggiungerà i 15,3 miliardi di dollari nel 2025 da 6,8 miliardi di dollari nel 2020.

Dagli aeroporti ai ristoranti

Gli esempi di nuove innovazioni e applicazioni in questo ambito sono già numerosi. Ad esempio, negli aeroporti e sugli aerei si traduce nell’uso di tecnologie biometriche e di riconoscimento del volto, nell’implementazione dei cancelli e delle procedure di self-boarding. In questo senso, l’aeroporto di Abu Dhabi ha installato una tecnologia touch-free Keypad che permette ai passeggeri di scegliere il piano semplicemente muovendo la mano davanti a un pannello posto all’interno dell’ascensore, il tutto senza premere alcun pulsante. E, ancora, i chioschi automatici di Emirates per il self-check-in hanno cominciato a operare all’Aeroporto Internazionale di Dubai con funzioni touchless come la possibilità di gestire i controlli attraverso il proprio smartphone. “Nei ristoranti le occasioni di contatto fisico si stanno riducendo: dalle porte d’ingresso ai pagamenti, fino al menu personalizzato, tutto può essere declinato in modalità touchless” spiega una nota su Adnkronos. E anche il coffee break può diventare touchless, semplicemente usando una app che gestisce l’odine del caffè direttamente dal telefono, senza toccare nemmeno un tasto. Addirittura, si potrebbe installare un distributore d’acqua santa nel chiese che si attiva automaticamente attraverso un sensore.

Le ricerche locali su Google crescono del 20.000%

La pandemia ha portato diversi cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Gli acquirenti fanno maggiore riferimento ai negozi di vicinato, e gli acquisti si sono spostati dagli ipermercati ai supermercati più vicini a casa o ai negozi più prossimi all’abitazione. Non è un caso che le ricerche ‘vicino a me’ su Google aumentino vertiginosamente. Le ricerche locali sul motore di ricerca sono infatti arrivate a rappresentare il 73% del totale, e le ricerche di attività limitrofe sono cresciute addirittura del 20.000%. Secondo quanto rileva Google, in testa la Lombardia, seguita da Lazio, Veneto, Piemonte, e Toscana.

Aumentano le ricerche effettuate dai consumatori relative a ‘vicino a me’

“Con le ricerche online – spiega Google – si scoprono le attività locali più vicine e se ne scoprono di nuove nei paraggi”. Questo perché le persone si spostano di meno e conoscono meglio i negozi più vicini. La pandemia ha permesso infatti a molti consumatori di conoscere nuove attività nella propria zona. Non solo però prodotti da acquistare, ma anche servizi di assistenza e supporto di vario genere. Secondo Google Trends, in merito a molti prodotti alimentari e attività legate al food, sono molte le ricerche effettuate dai consumatori ricercando ‘vicino a me’ sul motore di ricerca.

Impennata per supermercati, sushi a domicilio, bar più vicino

Qualche esempio? Pescherie vicino a me, +4650%, Pizzeria senza glutine, +4500%, Ristoranti con consegna a domicilio, +4250%. E Supermercati aperti oggi, Panifici, Sushi a domicilio, Bar più vicino, registrano una vera e propria impennata. I dati Google riferiti al periodo da febbraio 2020 a febbraio 2021 parlano chiaro: durante la pandemia le ricerche dei consumatori relative alle attività commerciali locali sono aumentate del 20.000%, riporta Askanews. Di contro, secondo Nielsen, per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata, nel corso del 2020 a soffrire maggiormente sono stati ipermercati e cash&carry, registrando trend negativi del -8,9% e -19,2%, mentre discount, negozi specializzati e supermercati si sono mostrati in controtendenza.

Fondamentale dirigere i consumatori nelle attività di prossimità

“Con il Covid-19 – commenta Luca Bove, ceo di Local Strategy – è cresciuto l’ecommerce, ma ci sono molte opportunità per le attività commerciali, sia singoli negozi sia grandi catene. Gli italiani tendono a visitare maggiormente le attività commerciali non lontane dalla propria abitazione, complice il fatto che molte persone non si recano più al lavoro, ma operano in smart working, oppure seguono le restrizioni di movimento adottate dal Governo – aggiunge Bove -. Così oggi è fondamentale dirigere i consumatori nelle attività di prossimità. In questo contesto oggi è possibile segnalare ai clienti la distanza verso l’attività commerciale, la merce disponibile, gli orari di lavoro, e l’attesa prevista per accedere nello store”.