Lavoro, orario fisso o no? Cosa vogliono gli italiani

Posto fisso si, orario fisso no. Ecco cosa chiedono i lavoratori dopo la rivoluzione messa in atto dalla pandemia e il duetto di nuove forme di lavoro, a cominciare dallo smart working. In sintesi, i dipendenti chiedono ai loro responsabili maggiore flessibilità e di dare la priorità a fattori quali la fiducia, il purpose aziendale e il benessere. Emerge da una nuova ricerca di ManpowerGroup, multinazionale specializzata nelle innovative workforce solutions, e Thrive, azienda fondata da Arianna Huffington e leader nelle soluzioni tecnologiche per il cambiamento dei comportamenti. La ricerca, denominata What workers want: dalla ricerca alla realizzazione sul lavoro, si basa su un’indagine condotta su oltre 5.000 lavoratori in cinque Paesi di cui più di un migliaio in Italia e rivela che la quasi totalità dei lavoratori italiani (96%) considera la flessibilità importante. Tuttavia, la natura di tale flessibilità varia. 

Flessibilità su misura

In questo momento la richiesta delle persone è di una flessibilità ritagliata sulle loro esigenze, con il 51% che vuole scegliere l’orario di inizio e fine lavoro e il 17% che sarebbe disposto a rinunciare a un giorno di stipendio per lavorare quattro giorni alla settimana, pur di raggiungere un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro. I risultati indicano anche che il ruolo dei leader sta cambiando, poiché la fiducia e i valori condivisi sono sempre più importanti e i lavoratori sono disposti ad andarsene se non si sentono adeguatamente supportati.
“In questi anni sono cambiate profondamente le esigenze e le richieste delle persone nel mondo del lavoro. La pandemia ha accelerato i cambiamenti contribuendo a mettere al centro il benessere delle persone, in Italia come nel resto del mondo”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “A ciò si aggiunge un fattore chiave nel mercato del lavoro odierno, ovvero la scarsità dei talenti: nel nostro Paese i datori di lavoro prevedono assunzioni in crescita del +23% per il terzo trimestre di quest’anno, ma a tale dato si contrappone una sempre maggiore difficoltà a trovare i talenti necessari, come riportano quasi tre aziende su quattro. In questo contesto, l’attenzione verso le necessità e i bisogni delle persone, fuori e dentro il luogo di lavoro, da parte dei leader d’azienda, assume una rilevanza fondamentale per trattenere i migliori talenti, attirarne di nuovi e crescere con essi”.

Il ruolo della fiducia

Un altro elemento interessante che emerge dalla ricerca è il ruolo della fiducia. Si scopre che la fiducia è un fattore chiave per una forza lavoro sana e felice. La fiducia nei colleghi è giudicata importante dall’82% dei lavoratori italiani, seconda solo all’equità della retribuzione (88%) e alla sicurezza delle condizioni di lavoro (87%), mentre la fiducia nei leader è stata giudicata un requisito necessario da più di due terzi degli intervistati (69%). Inoltre, le persone vogliono lavorare per aziende con cui condividono valori e convinzioni (69%), e il 73% cerca un significato personale nel proprio lavoro quotidiano.