I cambiamenti climatici spaventano più del Covid

I cambiamenti climatici rappresentano un problema più serio del Covid-19 per il 72% degli italiani, e più dell’80% ritiene che il governo dovrebbe considerare il problema ambientale come primario per il rilancio economico del Paese. Si tratta di alcuni risultati emersi dalla ricerca Ipsos su sostenibilità e ambiente nel post lockdown, che ha indagato come, e se, la paura per le conseguenze sanitarie ed economiche dovute alla pandemia abbia diminuito la sensibilità e l’attenzione degli italiani per i temi ambientali. E secondo il sondaggio per gli italiani il cambiamento climatico rimane un problema centrale, che richiede priorità di intervento.

L’80% degli italiani teme una sciagura ambientale

Di fatto, l’80% degli intervistati teme il verificarsi di una sciagura ambientale se non verranno messi in atto provvedimenti efficaci, e se non avverrà un cambiamento di abitudini nella popolazione. L’imputata principale resta l’attività umana, ritenuta da 8 italiani su 10 come la principale responsabile della situazione attuale. Tanto che anche nella fase più acuta dell’emergenza la sostenibilità è rimasta un elemento importante nelle scelte di acquisto della quasi totalità dei consumatori italiani (93%).

No alla plastica, nonostante l’emergenza

Secondo la ricerca l’85% dei consumatori vuole fare la propria parte, privilegiando prodotti migliori per la salute e per l’ambiente. Un atteggiamento di attenzione nelle scelte di consumo che secondo il 56% degli intervistati è destinato ad aumentare nel prossimo futuro. L’emergenza Coronavirus, riferisce Adnkronos, ha messo inoltre al centro la necessità di avere prodotti sicuri, preservando oggetti e cibo da contaminazioni. Ma secondo Ipsos il 95% degli italiani continua a ritenere la plastica un problema serio, e cresce addirittura la preoccupazione generale, con il 53% che definisce la situazione già oggi molto grave.

Il futuro è tecnologico e sostenibile

L’emergenza Covid non sembra, dunque, aver fatto passare in secondo piano la preoccupazione per l’accumulo di rifiuti plastici. Continua, infatti, ad aumentare il numero di chi dichiara di impegnarsi attivamente per limitare il consumo di plastica e diminuiscono coloro che non sanno come farlo.

In questo senso, un ruolo di primo piano sembra averlo l’innovazione.

“Cresce nelle persone la fiducia di poter fare qualcosa, non solo in ottica preventiva ma anche risolutiva – spiega Enrica Tiozzo, Senior Client Officer di Ipsos -. Magari proprio attraverso il progresso scientifico. Ad esempio, il 76% degli italiani oggi è convinto che in futuro sarà possibile individuare nuove tecniche che permetteranno di accelerare la degradazione della plastica. Una speranza che sempre più persone accompagnano con un impegno concreto nella loro quotidianità”.