ChatGPT, tutti ne parlano ma quanti lo conoscono davvero?

L’Intelligenza artificiale è il tema caldo di questo periodo, tanti che ha scalzato dalle pagine dei giornali il metaverso. E le prime “sommosse” contro questa novità arrivano anche in Italia. Di recente, ad esempio, i doppiatori hanno scioperato contro i turni massacranti e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come minacce per la loro occupazione. Insomma, ldivental’AI sta diventando sempre più popolare. Eppure, un’indagine condotta da The Fool, una digital intelligence company, ha rivelato che solo il 8% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare ChatGPT, un sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI. Il 48,5% degli intervistati non ha mai sentito parlare di ChatGPT, mentre il 21,4% ne ha sentito parlare ma non è sicuro di cosa sia.

Non si conosce il fenomeno, ma interessa

Nonostante ciò, il 34% degli intervistati ha mostrato un certo interesse verso ChatGPT e la maggior parte degli utilizzatori lo usa almeno una volta a settimana, se non tutti i giorni, principalmente per migliorare o integrare il lavoro già svolto, sperimentare e divertirsi o cercare informazioni e fatti. La maggior parte degli utilizzatori ha dichiarato di trovare ChatGPT utile.

Preoccupa il possibile utilizzo poco etico

Tuttavia, il 58% degli intervistati è preoccupato per l’utilizzo poco etico degli strumenti di intelligenza artificiale, come la disinformazione o l’aiuto nei compiti scolastici. Inoltre, il 41% è preoccupato per l’impatto che gli strumenti di intelligenza artificiale possono avere sugli artisti e i creativi, mentre il 40% crede che i progressi nei tool di AI possano migliorare il lavoro. Infine, il 26% degli intervistati non è preoccupato per come gli strumenti di intelligenza artificiale possano essere sviluppati.

Obiettivo miglioramento a 360 gradi

In conclusione, la ricerca ha evidenziato una bassa consapevolezza dell’esistenza di ChatGPT tra gli intervistati, ma allo stesso tempo un discreto interesse. La maggior parte degli utilizzatori lo trova utile, ma ci sono preoccupazioni sull’utilizzo etico degli strumenti di intelligenza artificiale. The Fool ritiene che sia necessario capire come funzioni ChatGPT senza vincoli etici posticci e portare educazione di qualità a più persone possibile per migliorare la vita privata e professionale.

“Serve la volontà di cambiare orizzonti”

“Serve la volontà di cambiare orizzonti, di innovare. Forse anche la voglia di superare i nostri limiti, anche con strumenti come GPT. La AI è qui per restare e la convivenza significa portare educazione di Qualità a più persone possibile, senza vivere con la preoccupazione di essere sostituiti – afferma Matteo Flora, Founder & Board Director di The Fool – La rete ci cambia e siamo noi a dover capire come usarla al meglio per migliorare la nostra vita privata e professionale. Per questo, è necessario fermarsi ad analizzare con attenzione l’utilizzo delle applicazioni tecnologiche anche in contesti inerenti alla libertà di ricerca e di opinione. Credo fortemente che capire ‘alla base’ come funzioni ChatGPT senza vincoli etici posticci sia fondamentale per tutti”.