Metaverso, è vero che è già… finito?

Il Metaverso è stata la novità tecnologica che ha monopolizzato l’attenzione di tutti l’anno scorso. Tuttavia, si è parlato anche di un possibile “flop”, di investimenti diversi da parte di Meta (ex Facebook) e di una tecnologia che sembrava già al capolinea. La domanda principale è: il Metaverso è davvero morto? E se esiste, che cos’è esattamente? Si riferisce a quello “inventato” da Facebook o è qualcosa di completamente diverso? L’Osservatorio Extended Reality & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano ha deciso di fare chiarezza e ha analizzato dieci falsi miti riguardanti il Metaverso.

Cos’è il Metaverso

Prima di tutto, il Metaverso viene definito come un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi. È una prossima grande evoluzione dell’interazione online, e attualmente ha già attirato l’interesse di numerose aziende che stanno esplorando le opportunità di business offerte da questo nuovo mondo virtuale. Uno dei primi falsi miti riguarda il fatto che esistano più Metaversi, ma, in realtà, il Metaverso è uno solo, composto da diversi mondi virtuali interoperabili e interconnessi tra di loro, assimilabile al rapporto tra universo e galassie.

Non è stato “inventato” da Meta

Inoltre, va chiarito che il concetto di Metaverso non è stato ideato da Facebook (ora Meta) nel suo rebranding, ma è stato affrontato in vari campi, dalla letteratura alla cinematografia, negli ultimi trent’anni. Meta ha semplicemente riportato in luce il termine per rappresentare una rivoluzione digitale portata dalle tecnologie di Extended Reality. Il Metaverso non è sinonimo di realtà virtuale, come spesso viene confuso. La realtà virtuale è solo una delle tecnologie immersive che costituiscono il Metaverso, insieme alla Realtà Aumentata e alla Realtà Mista. Inoltre, il Metaverso non è accessibile solo tramite un visore, ma può essere raggiunto anche da smartphone e PC. L’hardware cambia solo il livello di immersività dell’utente, ma non ne preclude gli aspetti funzionali.

Tutti gli ambiti di applicazione, anche per il business

Un altro falso mito è che il Metaverso sia solo per il gaming, ma può offrire opportunità in diversi ambiti applicativi, come il socializing, il business, la formazione e molto altro. Il Metaverso non deve essere considerato distante dal mondo reale, poiché le attività svolte possono avere legami con il mondo fisico, creando esperienze ibride tra digitale e reale. Esiste la convinzione che il Metaverso non permetta alle aziende di fare business, ma in realtà, potrebbe rappresentare una possibilità per ampliare la propria offerta di beni e servizi, raggiungere nuovi utenti e svolgere attività collaborative a distanza.

Il vero Metaverso non è ancora nato

Il Metaverso non è sinonimo di Web3, anche se potrebbe farne parte. Web3 rappresenta una nuova versione del web fondata su principi chiave di decentralizzazione e accessibilità. Infine, il Metaverso non è morto, perché il vero Metaverso, con tutte le sue caratteristiche peculiari, non esiste ancora. Al momento, esistono solo mondi virtuali che potrebbero diventare interoperabili in futuro, costituendo così le fondamenta del Metaverso digitale. Nessuno sa con certezza come sarà il Metaverso del futuro e se quello che vediamo oggi sia davvero il preludio di quello che sarà. La ricerca e lo sviluppo di questa tecnologia continuano a evolversi e a cambiare, e il Metaverso potrebbe ancora offrire nuove sorprese nei prossimi anni.