I giovani cercano un lavoro smart e sostenibile. Con più tempo libero

Oltre a carriera e aspetti economici per le nuove generazioni gli aspetti più importanti dell’attività lavorativa sono flessibilità di orari, smartworking, welfare aziendale, possibilità di conciliare i tempi di vita-lavoro e sostenibilità. 
Insomma, il lavoro ideale per i giovani deve garantire il work-life balance declinabile nella possibilità di lavorare da remoto e uno stipendio adeguato. Non solo alle competenze, ma anche coerente con il costo della vita.

Dalle survey del centro ricerche Aidp (Associazione italiana direzione personale) emerge che le dimissioni volontarie hanno riguardato nel 70% dei casi giovani tra 26 e 35 anni. E le motivazioni sono state proprio migliori condizioni di lavoro in termini di flessibilità di orari e modalità di lavoro.

Il lavoro ideale è un’eredità della pandemia

La pandemia ha innescato una sorta di ‘rivoluzione’ nella concezione del lavoro. Riscoprire l’importanza di coltivare relazioni e passioni, anche al di là della vocazione professionale, è un’eredità della pandemia.
“Il tema della conciliazione di tempi ed esigenze tra vita e lavoro è sempre più al centro dell’attenzione, non solo dei giovani”, spiega all’Adnkronos/Labitalia Rosario Rasizza, presidente Assosomm e ad Openjobmetis.

Ma il lavoro ideale per i giovani deve anche garantire “un ambiente di lavoro aperto alle novità, quindi innovativo, tecnologico, in cui i giovani possano sentirsi liberi di esprimere le loro idee senza timore e in cui possano apportare, in maniera pragmatica, un valore aggiunto”, conferma Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp.

Più inclusività e responsabilità sociale

Dal canto loro, le aziende mostrano disponibilità nei confronti delle esigenze dei giovani. All’interno delle organizzazioni oggi si ascolta di più.
“Si stanno affermando forme di lavoro sempre più inclusive, socialmente responsabili e sostenibili – continua Marandola -. Gli Hr oggi sono più aperti al dialogo e all’ascolto e credo che questo cambiamento rappresenti, in un’ottica sia sociale sia lavorativa, un’importante svolta”.

E per Rasizza, le aziende “si stanno sempre più allineando, come dimostrano le richieste da parte delle nostre aziende clienti che spesso ci chiedono consulenza in tal senso. Qualche volta, rileviamo qualche resistenza nel prendere in considerazione misure più flessibili e inclusive, ma la strada è ormai segnata lungo questo trend”.

“Oggi sono i candidati a fare un colloquio alle aziende”

“Potremmo quasi dire – sottolinea Rasizza – che oggi sono i candidati, e ancor più se parliamo di giovani, a fare un colloquio ai loro potenziali datori di lavoro. È un segno dei tempi, da non far coincidere necessariamente con una scarsa disponibilità all’impegno e al sacrifico. Per contro, mi piacerebbe vedere una maggiore disponibilità di chi entra nel mercato del lavoro a prendere in considerazione opportunità magari non perfettamente in linea con i propri studi o i propri sogni: a volte, serve un po’ di coraggio e di apertura mentale nel costruirsi esperienze che saranno comunque in grado di fortificare hard e soft skill”.