Cos’è la nuova tendenza del #nospendchallenge?

La società si trasforma rapidamente e oggi uno degli imperativi principali è risparmiare. Risparmiare in tutti i sensi, e non solo in merito all’aspetto economico. L’attenzione alle spese, infatti, ha riverberi in moltissimi ambiti: il desiderio di condurre una vita senza sprechi, in perfetto stile minimal, fa bene al budget ma anche all’ambiente.

In questo contesto nasce la #nospendchallenge, ovvero la sfida a non acquistare nulla che non sia strettamente necessario. Obiettivo dichiarato è non spendere, non solo per motivi economici, ma anche per ridurre l’impatto ambientale.

Una sfida che richiede disciplina

Nella teoria la sfida è semplice, ma nella messa in pratica richiede un certo rigore, per non dire una buona disciplina. L’idea è di astenersi dall’acquisto di qualsiasi cosa non essenziale per un periodo predeterminato, che può variare da una settimana a un anno. Le spese essenziali, come mutuo, bollette, cibo e medicinali, sono ovviamente escluse dalla challenge.

Cosa non ci serve?

Per affrontare e superare la #nospendchallenge arrivano anche i consigli degli esperti. La prima dritta è quella di identificare in anticipo le cose a cui non si vuole rinunciare e limitarsi a spendere solo per esse. Con questo presupposto, possono rimanere escusi dalla lista della spesa tantissimi beni e servizi:  basta all’acquisto di libri, vestiti, pranzi e cene fuori casa, junk food, cosmetici, bevande non essenziali, elettronica, media in streaming, prodotti per la pulizia, complementi d’arredo e altro.

Una scelta che fa bene al Pianeta

Il motivo principale dietro la sfida, riferisce Adnkronos, è ridurre il gigantesco impatto ambientale che hanno gli acquisti compulsivi. La sovraproduzione, alimentata dal fast fashion e da simboli di status, ha portato a un aumento dei costi ecologici legati ai trasporti e ai resi. Il prezzo ambientale di tutto ciò? Completamente fuori controllo e non più sostenibile.

La Generazione Z, particolarmente sensibile alle questioni ambientali, è stata tra le prime ad abbracciare la sfida. Il boom dello shopping online, spinto anche dalla pandemia e dai lockdown, ha comportato un elevato costo ambientale, legato soprattutto agli imballaggi e alle emissioni generate dal trasporto dei prodotti. Nell’e-commerce, anche la pratica dei resi online è particolarmente onerosa in termini di prezzo ambientale, dato che risulta cinque volte superiore rispetto a quella che si registra nei negozi fisici.

Basta acquisti compulsivi 

La #nospendchallenge mira a spezzare il circolo vizioso dell’acquisto compulsivo, promuovendo l’economia circolare e la creatività nel riutilizzo degli oggetti già posseduti. Si tratta di un approccio utile anche per far sviluppare tra i giovani una certa consapevolezza finanziaria. Le nuove generazioni, infatti, spesso non valutano attentamente quanto denaro hanno a disposizione prima di effettuare acquisti. In conclusione, la sfida dimostra che è possibile vivere con meno, contribuendo positivamente all’ambiente, al portafoglio e probabilmente anche alla salute mentale.